20 settembre 2009

Sorriso muto

Pochi giorni fa mi è capitato di passare dall'Isola che c'è, un magazzino di cose riciclate dove mia mamma fa la volontaria. Le ho portato un paio di schermi per PC rotti, sperando che i loro tecnici siano in grado di ripararli e rivenderli. Il ricavato degli oggetti aggiustati e rivenduti andrà a finanziare un progetto nello Sri Lanka.
Quando sono arrivata mi ha accolta un ragazzo dalla pelle ambrata, che mi ha aiutata a scaricare gli schermi.
Il ragazzo lavora lì come tuttofare, è singalese ed è sordomuto. La cosa buffa è che mia mamma gli parla come se ci sentisse benissimo. Quando sono arrivata, infatti, gli ha detto "lei è mia figlia". Ovviamente, lui non ha sentito un cazzo, cosa che io ho subito voluto puntualizzare. Per fargli capire il concetto, che in quel momento ci sembrava rilevante, io e mia mamma ci siamo avvicinate, ci siamo abbracciate e gli abbiamo mostrato la nostra somiglianza.
Io e mia mamma, infatti, ci assomigliamo in molti aspetti. Abbiamo lo stesso modo di sorridere, gli stessi occhi, e lo stesso carattere di merda: idealista, intransigente, spigoloso e incline all'asocialità. Lei però è mossa da un sano pragmatismo, che solitamente la fa apprezzare dai più, mentre io sono speculativa e segaiola.
Il ragazzo, quando ci ha viste vicine, ha sorriso e ha accennato un sì con la testa. Poi è andato a portare gli schermi dentro il magazzino. Al ritorno, per dimostrarci che aveva capito, ci ha guardate sorridendo e ha raccolto le braccia, come cullando un neonato. Mi sono emozionata.

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