25 giugno 2009

incidenti

e caddi, come corpo morto cade, mentre correvo a prendere il treno in località Rifredi. anche spalmata sull'asfalto della stazione faccio la mia porca figura.

19 giugno 2009

fatti non foste, ma naturalmente stronzi

e poi mi è scesa la catena, nonostante la dolce sera di giugno, gli uccellini e il campo di girasoli in fiore.
lo so che non devo andare a vedere i documentari sulle tragedie umane, ma ci vado lo stesso e va sempre a finire che soffro e che mi voglio ammazzare, perché non voglio vivere in un mondo così, dove ci sono persone (persone?) che stuprano e torturano, distruggendo per sempre la vita di innocenti. non è possibile che esista tanta violenza e tanta ignoranza, non voglio crederci e non voglio vedere.
e invece ho visto questo documentario sui profughi nordafricani, fermati in Libia e trattenuti illegalmente nelle prigioni, alla mercè di soldati feroci e senza pietà. e il mio cuore si è spezzato.
poi, all'uscita dai giardini, ho visto un uomo che picchiava il suo cane solo perché il cane gli era sfuggito ed era andato ad aggredirne un altro. tra cani si usano queste bagatelle, ma l'uomo si è arrabbiato perché non ha saputo trattenere il suo cane e invece di schiaffeggiare se stesso, per la sua inettitudine, ha pensato bene di picchiare il cane.
il guaito del cane - come l'urlo di chi non ha colpa di essere quel che è - mi trafiggeva le orecchie e non so come ho fatto a non buttarmi con la clio contro a un palo per il dolore.
ho provato a pensare a cose belle, al giorno più bello della mia vita, ma mi sono venuti in mente almeno 5 o 6 giorni più brutti della mia vita e neanche uno bello.
oggi ho aspettato paziente, da sola in ufficio, ma la sofferenza era lì, accanto a me e non mi abbandonava.
al tramonto mi sono venute in mente un paio di cose per cui vale la pena vivere: il caffelatte e il gelataio, che stasera, quando mi ha vista, mi ha detto "tu sei venuta a prendere la nocciola che mercoledì non avevo fatto, vero?". e mi ha dato un motivo per restare.

07 giugno 2009

punti di vista

quando ero al sud, ho discusso con la mia amica dell'importanza di sapere cambiare il proprio punto di vista sulle cose. è molto interessante che entrambe siamo arrivate a questa conclusione, pur partendo da presupposti ed esperienze di vita tanto diverse.
il cambio di prospettiva è quel meccanismo che ci consente di leggere una realtà poco felice, che si reitera, non come la prova del fatto che siamo veri sfigati, ma come qualcosa di nuovo, da valutare con un giudizio diverso e da affrontare quindi con nuovi strumenti.
io sono diventata una vera e propria regina del cambio di prospettiva. tanto che, quando mi si è rotta la macchina ed è dovuto venire il carro attrezzi, e sono dovuta andare al lavoro in ritardo, e ho preso insulti dai miei famigliari, e ho sganciato tantissimi euro di riparazione, mi sono sentita talmente fortunata che tutto quel casino fosse successo alle 8 del mattino sotto casa mia e non invece alle 2 di un sabato notte mentre ero in autostrada, che per festeggiare la mia fortuna mi sono comperata un gratta e vinci.