era da tanto che volevo andare al sud in auto, invece che in treno: volevo provare a guidare per strade che ho percorso spesso come ospite e mi piaceva l'idea di stipare il bagagliaio di generi di prima necessità: orecchiette, minchiareddi, biscottini al vino, cacioricotta di capra, taralli, eccetera.
perciò siamo partite, io e mia mamma, con la valigia piena di belle speranze e con la seguente suddivisione di ruoli: io al volante e mia mamma a cantare le canzoni di battisti.
all'altezza di rimini io avevo già tutti gli arti addormentati per la tensione della guida, ed ero anche un po' pentita della scelta di scendere in auto: ma la radio continuava a suonare e mia mamma, eccezionalmente, faceva anche qualche applauso se il brano era veramente bello. il morale, quindi, restava alto.
ci siamo fermate a cena a senigallia, in un localino di serie zeta, e a dormire a san benedetto del tronto. prima, però, ho pensato bene di sbagliare uscita dell'autostrada, perché era più avventuroso.
in hotel ci siamo addormentate di schianto e la mattina dopo, quando abbiamo aperto la finestra alle sei e mezza c'era il sole che sorgeva sul mare: ho scoperto allora che mia mamma non andava al mare da 15 anni e mi son sentita felice di averla portata con me (o è lei che mi ha portata con sè? con mia mamma ho sempre questo dubbio).
ci siamo rimesse in auto, mia mamma al volante e al canto, io come secondo pilota inutile. anche da secondo pilota inutile, comunque, ero sempre più convinta che scendere al sud in auto fosse stata una cazzata colossale, soprattutto vedendo tutti quei bei cantieri aperti in autostrada e pensando al ritorno del 2 giugno. ho cercato di concentrarmi sui lati positivi della faccenda: nei giorni festivi i camion non circolano. non mi è venuto in mente altro.
30 maggio 2009
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2 commenti:
Senti, io ti sposerei. E sposerei anche tua mamma.
Ah, e aggiungo che vi porterei tutte e due a Las Vegas, per dire. In auto. Guidi tu, ovviamente.
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