Da qualche tempo sto riflettendo su una questione curiosa: quella della rabbia. Da qualche tempo, infatti, una mia collega solitamente buona come il pane ha iniziato a prendere un farmaco che stimola le attività cognitive: il risultato è che lei è molto più reattiva alle cose, attenta, ma soprattutto pronta a rispondere se qualcosa non le va a genio.
Non che prima non lo facesse, la mia collega ha sempre sostenuto le sue opinioni. Tuttavia adesso le sostiene con più vigore, e, all'occorrenza reagisce con un sinteticissimo "vaffanculo". La cosa divertente è che lei stessa non si rende immediatamente conto di queste sue reazioni secche, mentre noi, che siamo abituate alla sua dolcezza, le notiamo subito.
Tutto ciò mi porta a due fondamentali riflessioni: poiché anche io, in ufficio, sono molto reattiva e oltremodo incazzosa, probabilmente questo significa che sono piena di energia e intelligentissima. La seconda riflessione è ancora più interessante: la mia collega nervosa, con le sue risposte pungenti, ha ottenuto più rispetto e attenzione da parte nostra. Dunque arrabbiarsi porta dei cambiamenti nel mondo circostante.
A sostegno di queste mie elucubrazioni da due soldi oggi è uscito un articolo che elogia il potere della rabbia in ufficio: pare che tirare fuori il proprio malcontento, in modo equilibrato, e prendere a cazzi in faccia i colleghi, con moderazione, siano ottimi modi per evitare frustrazioni e ottenere cambiamenti e buoni risultati.
04 marzo 2009
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1 commento:
Già. La chiave sta in quel "modo equilibrato" e "con moderazione". Che sono in perfetta antitesi con il sentimento della rabbia.
Il giorno che riesco a rispondere "Vaffanculo" con moderazione, ho risolto tutti i miei problemi sociali (e anche quelli interiori).
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