02 luglio 2009

epifanie

in queste sere me ne sto fuori casa ad affogare nelle mondanità, faccio cose, vedo gente e la mattina dopo ho voragini viola sotto gli occhi.
ascolto molta radio, mentre sono per strada, incontro animali favolosi come la pantegana, scruto le persone dall'osservatorio privilegiato della clio e penso al senso della vita.
in particolare ieri pensavo a quanto avrei avuto bisogno di questo e di quello, per poter essere veramente felice. la strada scorreva sotto la clio e io mi intristivo pensando alle mie numerose disgrazie, finché, sconfortata, ho guardato il cielo e ho rivolto una preghiera a dio.
tra l'altro, io non credo in dio, ma l'ho sempre pregato, è un'abitudine infantile che non ho mai perso quella di rivolgermi a lui con la seguente espressione "dio, ti prego, fa che... "
bene, me ne stavo lì a supplicare quando ho avuto un'epifania: mi è arrivata lampante la consapevolezza che prima di me c'erano molti altri con più diritti di ottenere un miracolo o almeno un'attenzione specifica da parte del buon dio. ho pensato a chi non cammina, a chi non ha una casa, al ragazzo che vende il resto del carlino al semaforo e ai tanti che sono nel mondo con un handicap e che partono svantaggiati, senza tutte le risorse che ho io.
ho quindi ritirato la supplica e ho pensato che quello che desidero devo andarmelo a prendere da sola.

2 commenti:

Esmé ha detto...

tu sei tosta. Diobo (come direbbe una mia amica), se sei tosta.

dobbi ha detto...

Sono della stessa filosofia. Bisogna andarselo a prendere da soli..